con un gomitolo di sguardi
nessuna solitudine
mercoledì 29 aprile 2009
lunedì 24 novembre 2008
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Le leggi fatali del mondo non sono scritte sulla pietra, ma nell’attimo che racchiude indistinguibili, la bellezza e la morte. “…Entrò allora un potere senza pace, l’Anima, vogliosa di trasferire in un diverso la sua visione suprema”…( Plotino ). La pittura di Stefania Quartieri inizia da qui, da quando il destino sapiente o distratto, le ricamò con le dita una ferita a forma di fiore oppure un fiore con la forma di una ferita. In quella ferita erano contenute la bellezza e la morte, la luce e il buio, il bene e il male, ma essi si trovavano ancora allo stato di fusione in una sola unità. Fu così che Stefania allora, posseduta dal mercuriale spirito dell’alchimista, trasferì il valore simbolico del fare artistico nella fase dell’operazione alchemica – SOLVE ET COAGULA- in cui il materiale viene separato in residui ed elemento volatile. Ciò che l’anima dissolve, la sua pittura coagula e viceversa. Spirito e materia non più indivisibili ma complementari. Così essa si chiude nel suo studio dove il cavalletto diviene un tavolo operatorio su cui Stefania come un perito settore opera sulle proprie “creature artistiche” eseguendo tagli, compiendo amputazioni, tentando improbabili suture, veri e propri atti di una chirurgia emozionale ed umorale. Sulla tela ispessita da materiale infermieristico, garze e bendaggi, l’umore si rapprende formando spessori irregolari e discontinui che danno alle sue opere un aspetto di consunto e di logoro, ma di drammaticamente vissuto, di larvatamente sofferto. Il travaglio che avviene nel profondo si superficializza, divenendo così visibile. Si costituiscono grumi di memorie impazzite, vaste abrasioni provocate da gioie insostenibili e insostenibili dolori, macchie ipostatiche di realtà segrete e profonde ma evanescenti come ombre. Ora la realtà perde i contorni riconoscibili. Tutto vacilla tutto si agita, è l’ora in cui tutto diventa fragile e precario, persino l’eternità. Nei suoi quadri
Maria Rita Montagnani